Del perchè e del percome
il tressette viene chiamato in siffatta maniera

La mia ricerca ha inizio a Povo, luogo noto per la presenza di un tempio e di una casta di iniziati dediti alle sacre pratiche del tressette, nonchè alle meno sacre ma comunque onorevoli pratiche della briscola, chiamata e non, del presidente, o culo che dir si voglia (nessun riferimento alla politica), dello scopone scientifico (che si addice perfettamente al luogo), della scala quaranta, del solo (e del solo-tressette), e, al culmine della disperazione, anche dei solitari. Dunque, in questo luogo con una storia così ricca e una spiritualità così accentuata iniziai la mia ricerca, dettatami dal Maestro Cartaio alla fine dello scorso anno accartemico. Non trovando risposte (infatti io avevo una domanda, che potete dedurre dal titolo di questa pagina) presso i saggi locali (non che le aule della facoltà siano sagge, semplicemente le sagge persone del luogo non sapevano darmi risposta), insieme con un altro iniziato e una folta schiera di aspiranti discepoli mi recai presso una delle più prestigiose università della Teutonia, con sede presso la città di Tü. La visita non fu delle più proficue, anzi, non trovammo alcun iniziato nè strumenti atti alle nostre pratiche, ma il viaggio in sè fu comunque molto utile: nelle nostre infinite partite in treno (che non sono persone che hanno preso il treno), oltre a battere i fisici (setta che crede di essere la depositaria della scienza cartesca rivelata agli uomini, ma che in realtà è una riforma mal riuscita della corrente dei matematici), scoprimmo che le partite si possono giocare, quasi come a pallavolo, in 3 set da tot punti ciascuno. Di qui la prima ipotesi sul nome.

Non essendo questa teoria certa, proseguii la mia ricerca tra gli stregoni dei Banyankore-Bakiga, una tribù di stirpe bantu, che notoriamente praticano una versione est-africana del Tressette, chiamata Otreesete. La loro venerazione si esprime nella formula "Ezina ryawe ory oha? Ezina ryangye Otreesete". In questo luogo, grazie ad alcuni condiscepoli purtroppo non ancora molto esperti, nasce una nuova riflessione, che porta alla conclusione seguente: 3 + 7 è un modo per dare le carte a inizio partita. Tuttavia non darei grande importanza a questa interpretazione, poichè ha visto la luce durante alcune partite con gente che:
a) non sa mescolare le carte
b) non riconosce il compagno e anzi a fine partita dice: "Ma io giocavo con te e non con lui!"
c) non ama giocare in tre (e le prime tre parole messe in fila sono già pessima cosa)
d) non ama giocare in cinque (e le prime tre parole messe in fila sono ancor più pessima cosa)
e) non conosce la variante "a non prendere" e, peggio ancora, non vuole impararla
f) non conosce i segni sacri
A loro discolpa c'è da dire che abbiamo testato lo scopone a non prendere: carino!

Per tornare alle questione sul nome del Tressette, non bisogna dimenticare che già Giulietta, nel capolavoro di Shakespeare, denigrava la tradizione nominalista, facendo notare come l'importante fosse la pratica dei riti, non il loro nome:

"What's in a name? That which we call threeseth
by any other name would smell as sweet"
(Romeo and Juliet, atto II, scena II, 43-44)

Importantissimo è stato il lavoro di un grande matematico dell'800, Georg Cartor, che studiando il Tressette notò molte di quelle che non si possono chiamare semplici coincidenze. Questo breve riassunto delle sue considerazioni non può comunque sostituire uno studio profondo della sua opera, che raccomandiamo a tutti gli appassionati. Cartor notò che 3, 7, 37 e 73 sono tutti numeri primi, quindi in qualche modo privilegiati; 3 + 7 = 10 cioè 3 è il complementare di 7 (e viceversa) per raggiungere la pienezza. Inoltre in alcune note contenute nei suoi appunti ma mai pubblicate, si legge: "Essendo il Tre la carta più forte, considerando poi che si gioca in quattro, almeno nella versione principale, e che 3 + 4 = 7, risulta evidente l'origine del nome" e in un altro passo: "7*3 = 21, punteggio da raggiungere solitamente nelle partite tra due persone".

Altri studi di insigni cartonomi (da non confondere con i cartologi) sostengono che dagli adoratori originari si staccarono, già nei primi secoli di storia del Tressette, altre due correnti, che propugnavano altre regole e altre pratiche, considerate quasi eretiche dagli ortodossi. Con un Concilio Ecumenico si riuscì però a unificare tutte e tre le correnti stabilendo delle regole generali e mantenendo usanze minori o locali come riti particolari, permessi come manifestazione del culto di culture particolari. Delle tre scuole di pensiero, chiamate anche sette, in analogia con le correnti religiose, si volle però mantenere un ricordo e per questo i riti sacri vennero chiamati 3-sette.

... continua? ...